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Il governo rinuncia al nucleare

Una notizia importante sul fronte della campagna referendaria: il governo ha deciso di abrogare tutte le norme previste per la realizzazione degli impianti nucleari in Italia. L’emendamento è inserito nel decreto legge omnibus all’esame del Senato.

Sarà poi l’ufficio centrale della Cassazione a decidere se, alla luce di questo emendamento il referendum sul nucleare salterà o se si terrà ugualmente. La Suprema Corte -dice il presidente emerito della Consulta Capotosti- dovra’ infatti stabilire se l’abrogazione delle norme sulla realizzazione di nuove centrali sia ’sufficiente nel senso richiesto dai promotori del referendum‘. In caso contrario il referendum si terrebbe lo stesso anche se con un quesito ‘ristretto’.

E’ indubbiamente una vittoria del movimento che in questi anni si è battuto contro il ritorno del nucleare, raccogliendo e facendosi portavoce di un sentire diffuso, maggioritario nel Paese. Di questo ha dovuto tener conto il governo, la cui decisione non è sicuramente dettata a un’improvvisa conversione alle ragioni ambientaliste quanto al timore di registrare una sonora sconfitta all’appuntamento referendario.

La formulazione dell’emendamento presentato deve però indurci a non abbassare la guardia. Vigileremo perché l’iter legislativo della rinuncia al nucleare prosegua fino a compiere tutti i passaggi necessari. L’abrogazione delle norme, inoltre, viene collegata alla “necessità di acquisire ulteriori evidenze scientifiche”. Non si può quindi escludere che tra un po’ di tempo questo o un altro governo torni alla carica. Per evitare questo rischio bisogna ora insistere perché si lavori a un piano energetico nazionale basato sul risparmio e le fonti rinnovabili, come da tempo il movimento antinucleare va chiedendo.

Detto questo, oggi restano in campo i due quesiti per la ripubblicizzazione dell’acqua: la battaglia per la difesa dei beni comuni e per un diverso modello di sviluppo prosegue con ancora maggior determinazione per vincere il 12 e 13 giugno i referendum per l’acqua pubblica.

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